Una delle chiamate che irritano un volontario è: “salve, sono rimasta incinta. Amo tanto la mia gattina, ma la ginecologa, l’ostetrica, la mamma, l’anziana del villaggio e lo sciamano dicono che potrei contrarre la toxoplasmosi…”
Io che ne capisco di animali scuoto rassegnata la testa e mi segno i dati, alle volte provo ad accennare al fatto che sono solo superstizioni, ma d’altronde io non ho bambini, non posso capire.
Una mia amica è rimasta incinta. Il bambino non era programmato, mentre i due gatti ed i due cani assolutamente sì. Quindi neanche per un attimo si può pensare di sbarazzarsi di un membro della famiglia. Il pargolo è nato a Roma, il 17 febbraio, per la festa dei gatti. Questo ha reso orgogliosa la zia volontaria animalista.
Aiko la iena grigia a forma di gatto della mia amica non ha mollato un attimo il pupo fin dal suo ingresso, tanto che dopo qualche ora glielo abbiamo fatto annusare e alla fine della serata era sulle gambe della sua padroncina mentre contemporaneamente ella riusciva ad allattare il bambino (le leggende narrano trattarsi dei famosi miracoli delle gattare, esseri mitologici senza peli superflui ma piene di peli felini).
Il giorno dopo la mia amica mi chiede con aria affranta: “ma secondo te quando potrò dormire nuovamente con i miei gatti?!? Mi mancano così tanto.”
Azzardo un periodo che va dai tre mesi alla fine dello svezzamento, poco convinta: “boh, senti che ti dice il pediatra”.
La mattina dopo apro la mail e quello che mi si para davanti è una scena stupefacente. Ecco il pargolo rannicchiato su Aiko.
Entrambi a dormire beati ed una frase: Noi si dorme insieme.
Probabilmente chi non è mamma non può capire.
Probabilmente chi non ha un gatto non può capire.
Ma da zia vi posso garantire che che vedere una iena cullare un agnello mi ha fatto capire che non va mai giudicato un gatto dalla sua copertina.
By Nicoletta Soverini, volontaria.
E’ una folle foto più emozionanti che io abbia mai visto.
Sono gattara e mamma e condivido pienamente la “nanna comune”
Commossa…… Nient’altro…. 😉
Ah ah ah… quante volte me l’hanno detto: “Tu non hai figli non puoi capire” il problema sono i medici che dovrebbero anche ISTRUIRE le pazienti …quelle che capiranno PIU’ DI NOI!
Brava Nicoletta!