Probabilmente tutti sanno che i gatti erano considerati animali sacri nell’Antico Egitto: essi venivano chiamati con la parola “Mau” per imitare il loro miagolio.
I gatti furono preziosissimi per la nascita e la conservazione di questa civiltà: essi infatti, cacciando topi, serpenti velenosi e scorpioni, proteggevano il raccolto e le persone. Alcuni studiosi sostengono che senza la presenza dei gatti la civiltà moderna sarebbe potuta essere molto diversa da quella che oggi noi conosciamo.
Secondo la civiltà egizia i gatti possedevano poteri magici e guaritori.
Ma non erano visti solo come delle vere e proprie divinità: erano anche molto amati. Amati a tal punto la vita di un gatto era considerata al pari di quella umana. Lo storico Diodoro Siculo descrisse un evento in cui cittadino uccise un gatto. Una folla inferocita lo catturò e lo uccise a sua volta.
I gatti erano così importanti nella vita di un cittadino dell’Antico Egitto che quando morivano il proprietario dimostrava il proprio dolore rasandosi le sopracciglia, in segno di lutto profondo. Oltre che i faraoni anche i gatti venivano mummificati, nella speranza di donargli la vita eterna.
Un’altra curiosità relativa ai gatti nell’Antico Egitto è che essi venivano sempre raffigurati da seduti e quasi mai mentre dormivano: questo infatti veniva considerato come forma di rispetto nei loro confronti.
Sicuramente avrete sentito parlare della Dea Bastet, la gatto con il corpo da donna e la testa da felino che veniva adorata come regina dei gatti ma forse non sapete che gli Egizi credevano anche che il Dio del Sole si trasformasse ogni notte proprio in un Gatto, per combattere i serpenti malvagi.
Infine il primo nome di gatto fu proprio dato ad un micio egizio: siamo nel 1950 Avanti Cristo e il gatto fu chiamato Bouhaki.
Insomma nell’Antico Egitto i gatti venivano realmente venerati come un Dei. Questo accadeva tantissimi anni fa ma è opinione comune che i gatti conservino perfetta memoria di tutto ciò e che pretendano da noi la medesima devozione.
Che noi ovviamente siamo felici di dare.